Martedì 17 novembre ci ha lasciato, dopo diversi mesi di malattia, don Nildo Pirani, già parroco di San Bartolomeo della Beverara per 36 anni e amico del SAE, cui aveva aderito già negli anni '80.
Persona colta e teologicamente molto preparata, aveva lavorato nei suoi anni giovanili nella pastorale universitaria promuovendo vari gruppi di approfondimento biblico. In lui la finezza intellettuale ben si coniugava con una libertà dello spirito che non gli faceva temere di aprire con coraggio strade nuove. Proprio questo spinse il Gruppo Locale SAE, appena costituitosi, nel 1985 a chiedergli di presiedere una veglia ecumenica durante la Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani (SPUC). Si tenne presso la chiesa Avventista (allora in via delle Lame) con larga partecipazione, con il coro della Beverara che eseguì bellissimi canti e che fu co-presieduta dal past. G. La Marca e da lui. Erano i primi passi, da pionieri, di quel cammino ecumenico a Bologna che proseguì poi in modo sistematico negli anni successivi durante la SPUC, e non solo. Furono molte e varie le iniziative ecumeniche che con la collaborazione di don Nildo e la partecipazione sempre crescente della sua comunità, il Gruppo SAE poté promuovere in quegli anni presso la parrocchia della Beverara. Solo per ricordarne alcune di particolare livello: una conferenza tenuta da Mons. A. Ablondi vescovo di Livorno e delegato della Conferenza Episcopale Italiana per l'Ecumenismo; una conferenza del vescovo Anglicano residente a Roma e rappresentante del Primate di Canterbury presso la Santa Sede; una conferenza tenuta da Glenn G. Williams allora segretario generale della Conferenza Europea delle Chiese (organismo che riunisce tutte le Chiese ortodosse e protestanti europee); un ritiro spirituale di Quaresima tenuto dal past. Paolo Ricca; una conferenza della pastora riformata svizzera J. Perrin; un incontro a 2 voci con il rabbino A.M. Somekh e don Giovanni Nicolini.
Per il gruppo SAE di Bologna furono anni iniziali, in un certo senso propulsivi, e grande resta la riconoscenza per don Nildo e per tutta la collaborazione che fu possibile trovare in lui. Un caro amico ci ha lasciati e desideriamo salutarlo con la significativa formula ebraica:"Il suo ricordo sia di benedizione".