Sabato 25 gennaio 2020, nella basilica di san Paolo Maggiore, durante la celebrazione del vespro ecumenico che ha chiuso la Settimana di Preghiera per l'Unità dei Cristiani, otto chiese cristiane di Bologna, firmando la Carta Ecumenica di Bologna, hanno dato vita anche nella nostra città al Consiglio delle Chiese Cristiane.
Il Consiglio è un organismo di coordinamento locale tra le diverse confessioni cristiane che partecipano al cammino ecumenico, già presente in circa una dozzina di altre realtà italiane. Le chiese bolognesi partecipanti sono la chiesa Cattolica, il Vicariato del Patriarcato di Mosca per le parrocchie moldave in Italia, la chiesa Ortodossa Romena (dizione ufficiale Diocesi Ortodossa Romena d’Italia della Metropoli Ortodossa Romena dell’Europa occidentale e meridionale (Patriarcato di Romania)), la chiesa Greco Ortodossa (dizione ufficiale Ssacra Archidiocesi Ortodossa d’Italia e Malta ed Esarcato per l'Europa meridionale (Patriarcato Ecumenico)), la chiesa Evangelica della Riconciliazione, la chiesa Avventista del Settimo giorno, la chiesa Metodista, la chiesa Anglicana.
La Carta Ecumenica di Bologna è un adattamento alla realtà locale dell'omonimo documento internazionale pubblicato nel 2001 e firmato in occasione dell'incontro ecumenico europeo di Strasburgo, dalla Conferenza delle Chiese Europee e dal Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa.
Il percorso che ha portato a questo primo 'traguardo di tappa' è iniziato ufficialmente nel 2016 ed è passato attraverso una serie di incontri periodici di preghiera, di ascolto e di dialogo tra un gruppo di membri delle varie comunità. Tra le prime prossime tappe che il Consiglio si troverà ad affrontare ci sarà l'approvvazione di uno statuto condiviso che ne definisca gli organi ed il relativo regolamento.
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Le differenze tra la Carta di Bologna e quella europea